Precrastinazione, procrastinazione, indecisione, perfezionismo. Quando una strategia si trasforma in un ostacolo!

Precrastinazione, procrastinazione, indecisione, perfezionismo. Quando una strategia si trasforma in un ostacolo!

Quante volte nella vita ti sarà capitato di arrivare tardi a un appuntamento, rimandare una telefonata importante, non riuscire a consegnare un lavoro nei tempi stabiliti o rinviare un esame?

Questi eventi per lo più occasionali, in alcune situazioni possono diventare dei veri e propri modi di gestire le sfide quotidiane con la conseguente sensazione di accumulare stress, ansia e frustrazione.  

 

Ma di cosa parliamo, quando facciamo riferimento a tali situazioni emotive e comportamentali?

Quando rimandiamo un compito importante o al contrario quando ci riempiamo di impegni prima di un appuntamento o più semplicemente tentenniamo a lungo di fronte una decisione, stiamo parlando di alcune strategie, non proprio funzionali, che ci danno l’illusione di controllare gli eventi della vita.

Il desiderio di vivere una vita dove ogni evento o relazione combaciano perfettamente come tasselli di un mosaico armonico e scrupolosamente organizzato è un obiettivo molto ricercato dalle persone. L’idea di avere il pieno controllo della vita rimanda a un’idea di serenità e tranquillità.

 

Ma cosa accade nella vita quando questo desiderio si scontra con la realtà?

Se nella vita siamo guidati da una visione dove non sono ammessi errori e imperfezioni, dove ogni deviazione da un percorso è vissuta come un fallimento o come l’incapacità di raggiungere i nostri obiettivi, ogni sfida quotidiana può assumere le caratteristiche di un’impresa insormontabile e nella nostra mente possono affacciarsi costanti preoccupazioni dettate dalla:

  • paura di essere sopraffatti da compiti e richieste;
  • paura di fallire nel portare a termine obiettivi importanti;
  • paura di dover gestire conflitti e relazioni difficili;
  • paura di essere gravati da un’autorità;
  • paura del successo e delle aspettative che quest’ultimo crea;

 

Di fronte a tali preoccupazioni quali sono le reazioni più frequenti?

Quando le paure sopra descritte prendono il sopravvento, la tendenza sarà quella di attivare dei meccanismi di difesa, tutti accomunati dall’unico obiettivo di evitarle.

Tra le strategie di evitamento possono manifestarsi con comportamenti di:

  • procrastinazione ovvero il rinviare un’attività da un giorno a un altro, allo scopo di guadagnare tempo o addirittura di evitarla del tutto;
  • precrastinazione ovvero la tendenza ad agire e a crearsi giornate indaffarate con l’obiettivo di evitare ciò che si dovrebbe fare realmente;
  • indecisione ovvero l’apparente incapacità di compiere una scelta, valutando all’infinito tutte le possibili conseguenze dell’una o dell’atra decisione presa;
  • perfezionismo ovvero la continua spinta a “fare sempre meglio” che paradossalmente invece di migliorarci, ci ostacola, paralizzandoci.

 

Cosa fare allora per bloccare tali strategie poco funzionali a raggiungere i nostri obiettivi?

  • Non rimandare a domani. Le attività lasciate da parte, come dei sassolini accumulati uno dopo l’altro, crescono come una montagna e diventano più complesse da affrontare.

 

  • Evitare le distrazioni, isolandosi e cercando di mantenere uno stato di flusso il più a lungo possibile, permette di arrivare più velocemente agli obiettivi prefissati. L’illusione di progredire, essendo costantemente occupati a fare qualcosa, è il motivo per cui avviamo molte attività contemporaneamente, saltando dall’una all’altra. Cominciare a fare sempre qualcosa di nuovo però richiede un grande dispendio di energia e come un computer con troppi software aperti, la nostra mente non lavorerà come dovrebbe.

 

  • Prendere costantemente piccole decisioni. Spesso attribuiamo troppo peso alle decisioni, trattandole come eventi unici e irreversibili. Ridurre la loro portata, spezzandole in piccole decisioni graduali, permetterà di procedere in sicurezza, in quanto se una di esse sarà sbagliata non sarà di intralcio al progetto globale. Le decisioni, infatti, non rappresentano sempre grandi eventi, ma sono il punto di partenza di un percorso che richiede impegno, energia e tempo.

 

  •  Non lasciarsi influenzare da ciò che pensano gli altri. Passare l’intera esistenza ad esaminare ogni singola azione come se fosse sottoposta al giudizio altrui, non ci permetterà mai di essere autentici. Come diceva il famoso pittore Claude Monet “Ho voluto la perfezione e ho rovinato quello che andava bene”. Ogni decisione e ogni non-decisione sarà sempre un salto nel buio, scegliere rischiando sarà l’unico modo per crescere e migliorare anche sbagliando.

 

Conclusione

Per concludere questo articolo non esistono parole migliori di quelle di Epicuro, il quale diceva “Siamo nati una sola volta, e non potremo essere nati una seconda volta; dovremo non essere più per l’eternità. Ma tu, benché non abbia padronanza del domani, stai rinviando la tua felicità. La vita si perde nei rinvii, ed ognuno di noi muore senza aver goduto una sola giornata.

 

Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Terapie Brevi

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