Desideri, propositi e progetti: come tirare fuori i sogni dal cassetto!

Desideri, propositi e progetti: come tirare fuori i sogni dal cassetto!

Con l’arrivo del nuovo anno, è inutile negarlo, siamo soliti aspirare a dei cambiamenti nella nostra vita. Che si tratti di lavoro, famiglia, relazioni o della propria salute, il desiderio rimane sempre quello di modificare qualcosa che non ci soddisfa appieno oppure realizzare progetti in grado di ampliare i nostri orizzonti, rendendoci la vita più soddisfacente.

 

Ma cosa succede nel momento in cui cominciamo a sognare?

Solitamente tali desideri si traducono in un insieme di buoni propositi su ciò che bisogna fare per raggiungere l’obiettivo, che dopo qualche settimana cadono nel vuoto, deludendo ogni nostra aspettativa. Avete presente la famigerata dieta che ci prefiggiamo di iniziare il lunedì dopo i bagordi del fine settimana? Oppure quelle liste di cose da fare che abbiamo trascurato e che ci vogliamo imporre di recuperare non appena torneremo dalle vacanze?  

 

Quindi fare dei buoni propositi o porsi delle liste di cose da fare non è utile?

Sebbene i buoni propositi o le popolarissime “to do list” (in italiano: lista di cose da fare) rappresentino degli stimoli o degli strumenti, in molti casi, utili a mantenere il focus su un’azione da eseguire per portare a temine un compito prefissato, il loro impiego non sempre ci conduce verso il cambiamento sperato. Al contrario di come pensiamo, a volte tali metodi se non utilizzati nel modo giusto, rischiano di diventare essi stessi fonte di stress e frustrazione, alimentando la nostra idea di non essere in grado di raggiungere quanto desiderato.

 

Quindi cosa ci può realmente aiutare a realizzare i nostri sogni?

L’obiettivo dell’articolo di oggi sarà proprio quello di individuare alcuni modi di pensare e di agire che ostacolano la realizzazione dei nostri progetti, condividendo una prima strategia che ci permetterà, invece, di iniziare a tirare fuori i sogni dal cassetto e trasformarli in realtà.

 

Vediamo quindi quali sono i modi di pensare e di agire che ci limitano nel mettere in atto una strategia efficace:

 

  • Sognare è sbagliato! Bisogna guardare in faccia la realtà!

In seguito a un fallimento o alla frustrazione per non aver raggiunto un obiettivo, può capitare di rifugiarsi nell’idea che sognare sia un gioco per bambini e che per evitare brutte delusioni è meglio camminare con i piedi ben piantati a terra!

Questo atteggiamento ovvero questo modo di pensare e di agire, oltre a essere limitante, non tiene conto di un aspetto fondamentale per l’essere umano. Senza il sogno, oltre a non esserci la speranza, verrebbe negata quella capacità dell’uomo di superare i limiti della realtà attraverso l’immaginazione. Ma è proprio grazie all’immaginazione che è possibile vedere ciò che ancora non esiste, e che in futuro potrà avvenire. Non esistono grandi imprese che non siano partite da un sogno e i migliori sognatori, è impossibile negarlo, sono proprio i bambini o chi come loro, mantiene la mente libera da pregiudizi e paure.

 

  • Pensare che il successo sia solo il frutto dell’intuito o della fortuna.

Prima di tutto come diceva Gustave Flaubert “il successo è una conseguenza, non un obiettivo” pertanto pensare che il raggiungimento del successo coincida con il raggiungimento del nostro obiettivo è un pensiero ingannevole. Il successo in effetti può essere un risvolto positivo di un’impresa che abbiamo realizzato, ma non l’impresa stessa, come a dire che aver scritto un libro è di per sé un successo. In realtà la redazione del libro è l’obiettivo che ci siamo prefissati, il successo può essere la conseguenza dell’ottima trama e scrittura che abbiano adottato!

Altra idea limitante è quella secondo la quale per ottenere dei risultati siano necessari soprattutto la fortuna o l’intuito nelle scelte. Questi due ingredienti possono giocare un ruolo importante per la riuscita di un progetto, ma non rappresentano affatto quelli fondamentali, come invece possono esserlo la responsabilità, l’impegno e la costanza.  

 

  • Paragonarsi e desiderare di raggiungere obiettivi altrui.

Questo modo di agire ancora una volta non tiene conto del fatto che un progetto, sebbene possa assomigliare a quello di qualcun altro a cui ci siamo ispirati, per essere realizzato deve rappresentare comunque qualcosa di assolutamente unico.

La sua unicità risiederà nel fatto che quel progetto non potrà prescindere dalle nostre caratteristiche, dalle abilità, dalle competenze e dalle risorse che siamo in grado di mettere in gioco per realizzarlo. 

 

  • Paura di fallire, indecisione e procrastinazione.

La paura del fallimento comporta una serie di reazioni e modi di fare che anziché evitarlo, ci portano dritti dritti verso la sua direzione!

Non prendere decisioni per paura di fare la scelta sbagliata, rimandare nel tempo le azioni da compiere nell’attesa di essere più pronti per farle nel modo corretto, sono soluzioni che non fanno altro che alimentare l’insicurezza e mantenerci bloccati, fino a quando quello che abbiamo più temuto purtroppo diventa realtà!

 

  • Non visualizzare in maniera chiara il proprio progetto e non avere un piano di azione. 

Queste azioni sono ciò che possono rendere concreto più di ogni altra strategia il progetto che abbiamo deciso di avviare. Non descrivere in maniera concreta l’obiettivo che ci siamo prefissati, facendo riferimento solo a idee vaghe di cosa ci piacerebbe raggiungere, non ci porterà molto lontano.

Un classico esempio di obiettivo poco definito è il seguente:

Vorrei perdere peso!”.

Questo proposito sebbene sia circoscritto, non dice nulla su quanto, come e in quanto tempo intendiamo raggiungerlo. Descrivere bene ciò che vogliamo raggiungere in termini specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e definiti nel tempo, renderà tutto più semplice e facilmente raggiungibile.

Riprendendo l’esempio di prima, l’obiettivo potrebbe essere così formulato:

“Vorrei perdere 5 Kg, in due mesi, riducendo prima di tutto il consumo di alcuni alimenti tra cui lo zucchero!”

 

Vediamo ora però una tecnica per iniziare ad aprire il cassetto dei sogni e tirarli fuori!

Dopo aver descritto ciò che ostacola la nostra mente e le nostre azioni quando vogliamo realizzare un progetto, arriviamo finalmente a parlare di ciò che invece ci permette di renderlo concreto.

La tecnica di cui vi parlerò, è un esercizio ideato dalla terapeuta centrata sulla soluzione (una forma di terapia breve) Yvonne Dolan (1998), che lei stessa ha chiamo “Una lettera spedita dal futuro”.

 

In che modo si applica?

È una tecnica che mi capita di utilizzare spesso in terapia, soprattutto quando le persone vogliono avviare un loro progetto e consiste nel chiedere alla persona di scrivere una lettera immaginaria, indirizzata a un amico o a chi la persona preferirebbe rivolgersi, da un tempo del futuro (che può essere un anno, cinque o dieci anni).

 

Cosa dovrà contenere la lettera?

Nella lettera se vorrai cimentarti, dovrai raccontare come si sta svolgendo la tua vita nel futuro, facendo riferimento a ciò che riterrai fondamentale essere cambiato. La descrizione di quel momento dovrà essere molto dettagliata e dovrà riguardare tutto ciò che stai notando, facendo o sentendo di diverso rispetto a prima del cambiamento. Solo così potrai ottenere una descrizione chiara di quello che sarà il tuo futuro desiderato e del tuo progetto, come se fosse già realizzato.

 

Conclusione

Concludo questo articolo con una frase del regista americano Francis Ford Coppola che dice “il miglior modo per prevedere il futuro è immaginarlo!”. Tali parole in breve ribadiscono l’importanza dell’immaginazione per la realizzazione dei nostri sogni. Solo dopo aver immaginato, potranno essere definite in dettaglio le azioni in grado di tracciare la strada per arrivare alla sua concretizzazione.

 

Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Terapie Brevi

 

Bibliografia

O’Connell, B., Palmer, S. (2014). Manuale di Terapia Centrata sulla Soluzione. Libri Liberi.

Dolan, Y. (1998). One small step. Papier-Marché Press.

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