Cavalcare l’onda…delle emozioni!
By: Angelica Giannetti
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Cavalcare l’onda…delle emozioni!
La vita non è una linea retta e continua. Il suo fluire ci mette spesso di fronte a dei punti di rottura.
Per punti di rottura si intendono tutte quelle sollecitazioni provenienti sia dal nostro mondo interno (mente e corpo), sia da quello esterno (relazioni con il mondo esterno) che in maniera più o meno impetuosa ci portano a rompere il sistema di valori, credenze, convinzioni, aspettative e sogni che fino a quel momento hanno rappresentato la nostra esistenza.
Da cosa è rappresentato il punto di rottura nella vita?
Le persone che incontro nel mio studio, il più delle volte, cercano aiuto proprio in momenti di crisi in cui vedono la loro esistenza stravolta. La perdita di una persona cara, la fine di una relazione, un cambiamento lavorativo inaspettato sono tutti eventi che in un modo o nell’altro sollecitano le persone a deviare dalla rotta che stavano seguendo, costringendole ad abbandonare la mappa che fino a quel momento le aveva guidate.
Inizia così ad affacciarci nella mente l’idea di un fallimento generalizzato, di aver perseguito obiettivi inutili o addirittura di aver fondato la vita su valori sbagliati.
Cosa accade quando ci si trova di fronte a tali situazioni?
Quando si arriva a un punto di rottura è inevitabile sentirsi smarriti, disorientati, arrabbiati, delusi e travolti da una miriade di pensieri, dubbi e emozioni per lo più negativi. Soprattutto quando il cambiamento sollecitato non è qualcosa che si sta proprio cercando o ancor peggio è vissuto come un’ingiustizia o una forzatura.
Le emozioni prendono il dominio della mente e del corpo.
Sensi di colpa e vissuti di tradimento si alternano, così come il desiderio di spazzare via ogni cosa che impedisca di tornare nella direzione precedente.
Quali vissuti attraversano le persone?
Quello che le persone avvertono è come una forza impetuosa che le sospinge verso una direzione sconosciuta. È come ritrovarsi a navigare nel mare in tempesta, in balia di onde altissime e con la vista annebbiata. La paura monta e con essa la rabbia, il corpo somatizza ansie e dolori.
La reazione di fronte a tutto ciò spesso è quella di provare a contrastare la forza del mare, nell’illusione di sconfiggere le onde trafiggendole oppure evitandole, ma più si tenta di lottare con il mare più si finisce per esserne travolti e sbattuti fuori.
Allora cosa si può fare per non ridursi come naufraghi alla deriva?
“Devi sentire l’onda, ascoltare la sua energia, sincronizzarti e poi lasciarti andare. Non hai bisogno di vedere!” questa frase ripresa dal celebre film d’azione Point Break, riesce a evocare chiaramente l’immagine di come le emozioni anche quelle più travolgenti, se accolte (e non contrastate o evitate) possono diventare nostre alleate e addirittura essere utilizzate per raggiungere mete più lontane anche quando la vista non è chiara.
Per arrivare a questa condizione però è necessario prima conoscere ciò che mantiene le persone in balia delle onde, per poi arrivare a trasformare la forza del mare in una risorsa.
Vediamo più nel dettaglio quelle soluzioni (involontarie o intuitive) che ci fanno rimanere intrappolati nelle onde!
- Il tentativo di gestire le emozioni con il pensiero.
Quando si è in preda alla rabbia e alle forti emozioni, la mente è affollata da pensieri, dubbi e immagini catastrofiche. Possiamo definire questa attività una vera e propria ruminazione mentale che riduce la mente in poltiglia, succhia energia, distrae dalle attività quotidiane e rende difficile il sonno.
L’attività del pensare riguarda per lo più un insieme di ragionamenti sugli eventi accaduti, dialoghi interni con le persone coinvolte nella vicenda, idee su come risolvere i problemi, tutto in un flusso continuo che non fa altro che produrre altri dubbi, insicurezza, sensi di colpa e impotenza.
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La costante condivisione delle emozioni con gli altri.
Sfogarsi con gli altri, cercare pareri e conforto nel tentativo di sentire legittimati i propri vissuti. Se da un lato questo modo di agire alleggerisce il carico, dall’altro aumenta l’incertezza e la confusione, nonché la sensazione di essere a un punto morto.
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L’evitamento del problema, cercando continue distrazioni.
Non rimanere concentrati solo sul problema è indubbiamente una strategia salutare, tuttavia mettere la testa sotto la sabbia eviterà il dolore e la rabbia solo per un breve periodo, aumentandone la forza non appena ci si fermerà di nuovo a pensare.
Vediamo allora tre strategie utili per imparare a cavalcare le onde!
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Stop alle soluzioni precedenti!
Fermiamoci un attimo e cominciamo a bloccare le nostre reazioni spontanee. Cominciamo a non raccontare a chiunque ciò che ci sta accadendo, questo modo di agire ci aiuterà a sgonfiare le percezioni e le reazioni emotive su quel problema. Non si tratta di evitarlo, ma di affrontarlo solo nei luoghi o con le persone giuste, ad esempio con un professionista.
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Prendiamo distacco dalle emozioni in maniera funzionale.
Abbiamo detto che rimanere immersi nei pensieri e nelle emozioni non ci aiuta, così come evitarle del tutto. Quindi per riuscire ad avere un giusto distacco da esse prendiamo carta e penna e ogni volta che la rabbia, il dolore o la frustrazione prendono il sopravvento cominciamo a scrivere tutto ciò che attraversa la nostra mente.
La scrittura (con carta e penna è fondamentale!) permetterà alla mente di svuotarsi dai pensieri intrusivi che una volta trasferiti sul foglio bianco, saranno a una distanza giusta per poterli valutare meglio. Ciò permetterà di conseguenza anche alle emozioni di trovare un canale in cui defluire senza travolgerci. Una volta scritto tutto, senza rileggere getteremo via per sempre quel foglio pieno di spazzatura.
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Calvare l’onda!
Una volta liberati dalle catene, da soli o con l’aiuto di qualcuno potremo finalmente cominciare a sfruttare l’energia delle onde a nostro favore. Prendere delle decisioni importanti richiederà lucidità, forza e coraggio. Affrontare una lotta per difendere sogni, diritti e progetti oppure intraprendere una nuova strada necessiterà di molto impegno e di una vista più chiara, soprattutto quando di fronte a noi potrebbe esserci ancora la nebbia.
Conclusioni
Come diceva il grande pittore Van Ghogh “Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo” dunque sfruttarne la loro energia in maniera costruttiva non può che rappresentare una grande opportunità.
Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Terapie Brevi