Adolescenti online: aiutare i figli a non entrare nella trappola della rete attraverso la Terapia Breve!
By: Angelica Giannetti
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Adolescenti online: aiutare i figli a non entrare nella trappola della rete attraverso la Terapia Breve!
Sempre più genitori sono preoccupati e allo stesso tempo disarmati di fronte all’utilizzo eccessivo dei dispositivi digitali da parte dei loro figli.
Obiettivo dell’articolo sarà quello di fornire dati, definizioni e alcune indicazioni pratiche al fine di individuare la problematica e iniziare a gestirla.
Iniziamo dai dati!
Durante la Giornata Mondiale per la Sicurezza in Rete tenutasi il 6 febbraio 2024, il Safer Internet Day 2024, ricorrenza istituita e promossa dall’Unione Europea per riflettere sull’uso consapevole degli strumenti digitali e sul ruolo che hanno i giovani nell’utilizzo della rete, Save the Children ha reso noto uno studio dal quale sono emersi dei dati interessanti al riguardo.
Dalla ricerca è emerso che la giornata dei ragazzi ruota in gran parte attorno all’universo digitale. A inizio 2023 quasi la metà dei 3.400 adolescenti tra gli 11 e i 19 anni intervistati in occasione del Safer Internet Day, ha dichiarato di passare oltre 5 ore al giorno online.
Infine, dallo studio è emerso che il 91,7% dei giovani tra i 14 e i 17 anni utilizza Internet quotidianamente.
Come viene utilizzano il tempo sulla rete dai giovani?
Il tempo trascorso in rete è dedicato per:
- la messaggeria istantanea, attraverso WhatsApp, Messenger, Viber e altro (93%);
- guardare video (84%);
- frequentare i social media (79%);
- videogiocare (72,4%).
Che impatto ha l’utilizzo dei dispositivi digitali e della iperconnessione sui giovani?
L’utilizzo dei dispositivi e della rete non è per definizione dannoso. Tali strumenti possono facilitare la vita o semplicemente rendere studio e lavoro più efficaci.
Il dato tuttavia è preoccupante soprattutto per l’impatto che l’utilizzo eccessivo e fuori controllo di tali dispositivi e della rete possono generare nei giovani sotto vari aspetti, da quelli psicologici, comportamentali e relazionali.
Una delle conseguenze più frequenti che comprende tutte e tre le aree è proprio la dipendenza dal mondo digitale, oltre a tale problematica possono esserci altri risvolti collegati a essa come ad esempio l’isolamento, l’ansia, cyberbullismo e tanto altro di cui parlerò nei prossimi articoli.
Come si manifesta tale dipendenza negli adolescenti?
I sintomi e i comportamenti disfunzionali legati a un problema di dipendenza da dispositivi e rete possono essere molteplici.
Le difficoltà che riportano i genitori nel momento in cui si confrontano con tale problematica è quella di vedere i propri figli completamente assorti nel modo digitale, sempre connessi, difficili da coinvolgere in altre attività.
A queste prime osservazioni si aggiungono calo del rendimento scolastico, perdita del controllo sull’utilizzo dei dispositivi, preoccupazione per l’assenza di rete o disponibilità dei dispositivi stessi, utilizzo costante anche notturno nonostante le conseguenze negative sulla propria salute, tendenza a minimizzare sull’utilizzo, impiego finalizzato a diminuire momenti di stress.
La dipendenza da dispositivi digitale e rete è diversa da altre dipendenze?
Senza entrare nel merito delle definizioni manualistiche, ciò che è possibile affermare è che le aree cerebrali e i neurotrasmettitori coinvolti in questa forma di dipendenza sono gli stessi delle dipendenze da sostanze, legata a meccanismi di piacere o evitamento di altri disagi.
Inoltre tale problematica può associarsi ad altre sintomatologie come ansia, depressione, ossessioni e compulsioni e deficit di attenzione.
Come intervengono generalmente i genitori di fronte a tali situazioni?
Non è raro sentire genitori alle prese con delle vere e proprie lotte familiari che iniziano con tentativi di limitazione e controllo più o meno diretti (es. raccomandazioni, minacce di riduzione del tempo di utilizzo, sottrazione dei dispositivi), che sul lungo periodo possono sfociare in conflitti sempre più esacerbati con vere e proprie colluttazioni e esplosioni di rabbia da parte di tutti i membri della famiglia.
In che modo si può intervenire?
Nell’ambito delle Terapie Brevi è previsto in prima battuta un tipo di lavoro indiretto rivolto ai familiari.
Il primo passo è quello di aiutare i genitori a intervenire, ma in una maniera diversa da quella adottata fino a quel momento. Le raccomandazioni, i tentativi di controllo, la sottrazione dei dispositivi spesso non solo non migliorano la situazione, ma paradossalmente la peggiorano, andando a sommarsi al problema originario.
Il giovane, infatti, tenterà ogni volta di eludere i controlli, sfuggire alle raccomandazioni e mettere in atto comportamenti sempre più a rischio in una lotta senza fine.
Le spiegazioni sulle conseguenze sulla salute non migliorano la situazione, il ragazzo intrappolato nella rete della dipendenza si sentirà incapace e in colpa per non riuscire a cambiare un’evidente situazione di difficoltà. Il risultato sarà quello di una chiusura maggiore e un sempre più evidente evitamento della frustrazione attraverso la ricerca del piacere indotto dal meccanismo della dipendenza.
I genitori pertanto vengono invitati a continuare a osservare quanto avviene in casa, ma senza intervenire in maniera diretta sul problema, interrompendo così il circolo vizioso delle tentate soluzioni disfunzionali che mantengono il problema attivo.
Se questa strategia sarà attuata bene, il giovane manifesterà un modo nuovo di porsi di fronte al problema. Con molta probabilità sarà più incline a riconoscere il disagio e accettare l’aiuto necessario. La collaborazione dei genitori quindi sarà la chiave principale per aprire la gabbia del problema.
Quale sarà il secondo passo?
Il secondo passo sarà rivolto al lavoro diretto con il giovane. Il percorso condotto a piccoli passi, potrà prevedere l’utilizzo di alcune tecniche che accompagnano il ragazzo/a a tornare a gestire in maniera più funzionale il dispositivo e la rete. Una volta concordati tempi e modalità, una prima prescrizione sarà quella di scegliere il dispositivo preferito per connettersi alla rete e utilizzarlo per tutte le attività desiderate. Tale indicazione prevede che l’attività venga compiuta per un tempo prestabilito di mezz’ora al giorno, né un minuto di più né un minuto meno, e a orari predefiniti. In questo modo si creerà un rituale del rituale disfunzionale. Si procederà quindi con l’obiettivo di far sperimentare al giovane la possibilità di recuperare il controllo perso.
Una volta ottenuto un primo cambiamento si potrà introdurre un’altra tecnica, la tecnica dell’intervallo. Tale prescrizione consisterà nel rimandare la visualizzazione e/o la risposta all’arrivo di una notifica a un tempo successivo, ad esempio sette minuti dopo, poi quindici, poi venticinque, aumentando progressivamente la tempistica.
Successivamente si procederà a rendere l’accesso al dispositivo sempre più complicato, ad esempio disinstallando app e giochi che invitano all’utilizzo del cellulare e aumentando i passaggi per connettersi alla rete.
Infine recuperato un maggior controllo sul dispositivo, si procederà a un lento distacco da quest’ultimo, prevedendo momenti della giornata in cui spegnere il telefono (ad esempio durante i pasti, la sera prima di mettersi a letto, a scuola.), riorientando gradualmente la propria attenzione verso piaceri più sani e costruttivi.
In tutto ciò i genitori che ruolo avranno?
Dopo aver compiuto un passo indietro, i genitori continueranno insieme al terapeuta a mantenere un ruolo fondamentale di supervisori del percorso, aiutando il giovane a mantenete la rotta nei momenti critici.
Conclusione
L’utilizzo eccessivo e fuori controllo di dispositivi digitali e rete internet è un fenomeno crescente e preoccupante. Avvalersi di alcune linee guida che esporrò più avanti, potrà aiutare i genitori a prevenire il problema della dipendenza, tuttavia è sempre bene ricordarsi che “La libertà suprema della giovinezza è la libertà di sbagliare” (George Steiner).
Angelica Giannetti
Psicologa, Psicoterapeuta
Terapie Brevi